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'Il duce delinquente', Aldo Cazzullo e Moni Ovadia portano in scena la violenza e gli orrori del fascismo

Venerdì 10 febbraio, con un filo rosso che lo lega alla Giornata della Memoria, al Comunale va in scena 'Il duce delinquente' (nella foto di Zani-Casadio). Sul palco il giornalista Aldo Cazzullo ed il direttore del teatro Moni Ovadia, per una spettacolo firmato Corvino produzioni.

La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’errore dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Ma dagli esordi dello squadrismo agrario nelle campagne ferraresi violenza e delinquenza sono stati i marchi del fascismo. Mussolini aveva provocato la morte di don Minzoni, Matteotti, Gobetti, Gramsci e dei fratelli Rosselli solo per citare i più conosciuti.

Aveva fatto morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che aveva amato. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato un uomo narcisista e cattivo. 

L’entrata in guerra guerra non è un impazzimento: è lo sbocco naturale del fascismo. Aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato solo l’ennesimo crimine contro il suo stesso popolo. E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile e del neofascismo, delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza.

Una storia a due voci: Aldo Cazzullo racconta, Moni Ovadia legge i testi del duce e delle sue vittime. Con musiche e canzoni d’epoca suonate da Giovanna Famulari (pianoforte,violoncello e canto).

Informazioni e biglietti presso la biglietteria o sul sito del Teatro Comunale oppure chiamando lo 0532 202675.


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